Seppur così insostituibile e imprescindibile nel mondo dell'intermediazione linguistica, quella del traduttore freelance è una figura professionale spesso sconosciuta al grande pubblico. Naturalmente parliamo di traduttori freelance professionisti, anche se non sono rari gli ottimi traduttori occasionali o anche solo per diletto. Noi siamo traduttori freelance di lunga esperienza specializzati in traduzione in e dal giapponese e dall'inglese.
Chi è il traduttore freelance, e perché è una figura così importante nel mondo della traduzione professionale.
Indice “Il traduttore freelance”
Innanzi tutto, chi è il traduttore freelance?
È il professionista indipendente delle lingue che del lavoro di traduzione fa la propria fonte esclusiva o principale di reddito. Normalmente lavora come contraente per le agenzie di traduzione, ma spesso anche, o solo, per clienti diretti. Come tutti i liberi professionisti deve il successo (o l'insuccesso) esclusivamente alle proprie capacità, non escluse quelle di marketing e organizzative, e al livello di serietà con cui svolge il lavoro e gestisce i clienti.
Normalmente traduce esclusivamente nella propria lingua madre. Esistono anche traduttori bilingue, ma il bilinguismo (multilinguismo) perfetto, specialmente in lingue di radice completamente diversa come l'italiano e il giapponese, è molto raro.
Da traduttori che lavorano in team – una traduttrice freelance giapponese e un traduttore freelance italiano di lunga esperienza – per garantire la massima qualità di traduzione noi colmiamo questa lacuna offrendo un servizio di traduzione italiano/inglese-giapponese e giapponese/inglese-italiano effettivamente bilingue e frutto di una stretta collaborazione linguistica.
Che differenza c'è fra un traduttore freelance e un'agenzia di traduzioni?
Il traduttore freelance è l'indiscusso protagonista della traduzione, anche quando la fornisce attraverso un'agenzia di traduzioni. Se questa non dispone di traduttori interni, cioè personale dipendente stipendiato – figure molto rare nel caso delle cosiddette lingue rare come il giapponese – non fa che rivendere al cliente finale il lavoro fatto dal traduttore freelance stesso. Non v'è dunque ragione perché il committente finale non si possa affidare direttamente ai traduttori freelance, a meno che non necessiti di una traduzione multilingue o di servizi accessori.
In questo caso, infatti, rivolgersi direttamente a un'agenzia attrezzata per gestire proprio progetti multilingue oltre che fornire alcuni servizi di valore aggiunto come il DTP e la revisione testi e correzione bozze fatta da terzi potrebbe essere più pratico, ovviamente a un costo ben maggiore. Le agenzie svolgono inoltre un'azione promozionale più attiva, della quale normalmente i traduttori freelance fanno volentieri a meno perché 1) richiede tempo e 2) preferiscono dedicarlo a tradurre.
Normalmente perciò – a meno che, appunto, non dispongano di traduttori interni – le agenzie di traduzione esistono proprio grazie all'esistenza dei traduttori freelance, che tuttavia, se organizzati e dotati di sufficiente spirito imprenditoriale, possono proporsi direttamente al cliente finale con maggior vantaggio economico per entrambi.
Agenzia o traduttore indipendente: qual è la soluzione più vantaggiosa per il cliente finale?
Per quanto appena detto, non v'è ragione per cui il cliente che necessita solo di una traduzione monolingua non possa rivolgersi direttamente a un traduttore freelance specializzato in quella lingua. Tra l'altro, benché molte agenzie di traduzioni si presentino con un'immagine convincente, non è detto che tutte si avvalgono dei migliori traduttori freelance in circolazione. Infatti, data la pressione costantemente esercitata dalla concorrenza sulle tariffe di traduzione, in genere, e naturalmente con le ovvie eccezioni, tendono a preferire i traduttori più economici.
Samuel Johnson
Critico letterario, poeta, saggista, biografo e lessicografo
Il traduttore deve eguagliare l'autore, non è suo compito superarlo.
Inoltre, lavorando direttamente con i traduttori freelance, i clienti finali ottengono una maggior immediatezza di comunicazione, un supporto più completo e tempestivo e, va da sé – val la pena di ripeterlo – prezzi più convenienti.
Se il requisito è la traduzione multilingue, ad esempio il manuale tecnico di un prodotto da mettere sui mercati internazionali, l'agenzia può essere la soluzione ideale perché può proporre il pacchetto completo gestendolo in ogni sua parte, compresi i singoli traduttori freelance nelle varie lingue. Questo ovviamente ha un costo che non di rado si avvicina al doppio, se non più, di quello praticato dai singoli traduttori.
Come calcola le tariffe il traduttore freelance?
I traduttori freelance non hanno scusanti: devono saper bene come calcolare le proprie tariffe, che devono essi stessi stabilire sulla base del valore economico che attribuiscono al proprio tempo anziché subire passivamente quelle imposte dal committente con l'aggravante di non provare nemmeno a negoziarle.
Per ottenere il reddito annuo desiderato, al pari di qualsiasi altra persona dipendente devono perciò tener conto del tempo medio normalmente impiegato per tradurre, di almeno un giorno di riposo la settimana, di uno o due periodi di ferie di ragionevole durata l'anno, dei possibili periodi d'indisponibilità per malattia, degli accantonamenti pensionistici, degli aggiornamenti hardware e software – il maggior costo per i traduttori freelance (a proposito, questa è la nostra dotazione hardware e software; computer e periferiche hanno una durata media di tre anni se usati per molte ore ogni giorno e il software deve essere tenuto aggiornato, compreso quello imposto dalle agenzie) – e possibilmente, ma questo sta ormai diventano un lusso che pochi si possono permettere, di una sorta d'indennità di cessato lavoro attivo.
I traduttori freelance che non sanno fare bene i propri conti, o peggio, sono eccessivamente e irragionevolmente economici senza saperlo, prima o poi sono destinati a pentirsene. Aumentare le tariffe di traduzione in seguito è arduo e comporta un certo rischio d'insuccesso se il prodotto che si vende non è di adeguata qualità. Poiché inoltre tradurre è molto faticoso, potrebbero vedersi costretti a ridurre il carico di lavoro guadagnando ancor meno, arrotondare con un altro lavoro o, in casi estremi, persino a cambiarlo.
La convenzione vuole che le tariffe di traduzione vengano calcolate sulla base del numero di parole del testo di partenza (o dei caratteri in caso di lingue come il giapponese). Poiché tuttavia ciò che maggiormente preme al traduttore freelance è la retribuzione corretta del proprio tempo, dipendentemente dall'argomento preferirà formulare l'offerta sulla base della previsione di questo anziché del mero conteggio di parole o caratteri. Duecento parole di un testo specialistico, o che comunque richiede molta ricerca o una particolare elaborazione stilistica, possono infatti esigere più tempo di mille parole di un argomento generico.
Come si diventa traduttori freelance di professione?
Per diventare veri traduttori freelance professionisti, cioè accettati dal mercato nel medio-lungo termine, servono almeno cinque ingredienti:
- padronanza della lingua passiva (italiano, giapponese e inglese nel nostro caso)
- padronanza della lingua attiva (italiano e giapponese nel nostro caso)
- predisposizione al tipo di lavoro (non tutti, pur sapendo potenzialmente tradurre bene, sono o si ritengono adatti per questo tipo di lavoro che costringe a lunghe ore davanti al computer con la massima concentrazione)
- voglia e capacità di ricerca (il traduttore deve a volte sapersi trasformare in un vero investigatore di informazioni)
- approccio professionale al lavoro (capacità di auto-organizzazione e di marketing incluse)
È certamente molto importante anche l'esperienza (a proposito, ecco la nostra esperienza di traduzione), che però si costruisce in anni e anni di lavoro costante.
A questi requisiti si aggiunga quello della conoscenza specialistica necessaria per lavorare in settori applicativi che richiedono una preparazione tecnica particolare. Infine, ma questo vale per qualsiasi occupazione, il traduttore dovrebbe anche saper trarre un particolare piacere da questo lavoro, senza il quale non può trascorrere lunghe ore davanti a uno schermo fra quattro mura, spesso senza o con poca interazione sociale.
Se è inoltre vero che il buon traduttore lo è spesso anche per talento e per una particolare predisposizione alla lingua scritta, così come per tutti i settori che richiedono competenza espressiva queste ulteriori caratteristiche non sono scontate, né le può acquisire sui banchi di scuola.
Su